The influence of Japanese and Chinese Textiles on the Fashions of the Roaring Twenties
Estelle Nicklès van Osselt
Sin dai primi decenni del XX secolo, i materiali, la forma, i motivi e le associazioni cromatiche dei vestiti asiatici influenzano profondamentela moda europea. Fu in particolare la scoperta del kimono, con il suo taglio ampio, la fluidità della linea e l’eterogeneità dei decori a sedurre i più importanti sarti. Durante i ruggenti anni ’20, il kimono consente alla donna di liberarsi dal suo corsetto così come dalle costrizioni sociali, offrendole la possibilità di abbigliarsi con dei nuovi canoni di eleganza dall’accento esotico.
Da questo incontro sorprendente prendono vita una mostra e il presente catalogo dove si pongono a confronto disegni di creatori parigini con tessuti contemporanei provenienti dall’Estremo Oriente, conservati presso la Fondazione Baur di Ginevra. Tra i meravigliosi pezzi, sono degni di nota le due donazioni di kinono e abiti giapponesi di Sato Mariko (2008) e Sugawara Keiko (2015), così come i tessuti cinesi che arricchiscono la collezione della Fondazione.
Estelle Niklès van Osselt è sinologa. Ha studiato arti asiatiche e archeologia nelle università di Ginevra, Londra e Pechino. Attualmente è conservatrice presso la Fondazione Baur, museo delle arti dell’Estremo-Oriente di Ginevra. In passato ha lavorato per la fondazione d’arte contemporanea cinese Guy & Myriam Ullens e il loro centro d’arte UCCA a Pechino. Tra le sue pubblicazioni si annoverano Cinq bonheurs. Messages cachés des décors chinois (2011), L’Asie rêvée dans les collections Baur et Cartier (2015), L’Aventure chinoise. Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire (2017). Specializzata nei giochi di parole nascosti all’interno delle immagini cinesi, le sue attuali ricerche si concentrano sui legami culturali che si sono creati tra l’Europa e l’Asia a partire dal XIX secolo.