Nel cuore di Napoli all’ombra del Museo Archeologico Nazionale, tra vicoli, su di una collina densa di abitato, di gente di ogni estrazione sociale si erge il monumentale edificio di culto San Giuseppe dei Nudi. Fondato nel 1785 grazie alla Confraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi che dagli anni ’40 dello stesso secolo si occupava di opere caritatevoli.
La congregazione, nata dall’idea del padre spirituale Giuseppe Maria di San Carlo, carmelitano scalzo, e su iniziativa di nobili napoletani aveva quale preciso obiettivo quello di prendersi cura di poveri e bisognosi attraverso la donazione di sette vesti. Tale attività continuò fino alla prima metà del Novecento per poi riconfigurarsi.
Essere un confratello era segno di status sociale, espressione del saper donare e sostenere la vita altrui. Ancora oggi resta una traccia profonda dell’operato di questa congrega attraverso i volti dei benefattori che, nei secoli, hanno lasciato un’immagine di sé sulla tela. Questi dipinti di nobili, uomini di legge, intellettuali, religiosi, ma anche amministratori e regnanti sono l’espressione più autentica e vera di un modo di essere, pensare e agire. Sono il riflesso di culture e società che si sono evolute in più di duecento anni. E i loro volti sono ancora pronti a raccontarci storie.
Luigi Spina seleziona trenta di queste tele e attraverso l’uso del linguaggio fotografico ci offre una visione soggettiva di queste facce facendo affiorare, attraverso la fisiognomica del viso, un mondo di sentimenti e patimenti. Di esaltazioni e glorie. Ogni fotografia delle tele, per quanto annerite dal tempo e usurate dalla luce, svela l’animo di uomini e donne che hanno tenuto a farsi immortalare per lasciare una traccia di sé, delle loro azioni. Per la Misericordia di Dio.
Luigi Spina, fotografo. I suoi progetti fotografici sono incentrati sugli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Con 5 Continents Editions ha pubblicato The Buchner Boxes (2014), Hemba (2017) e Diario Mitico (2017). Con la stessa casa editrice e Valeria Sampaolo ha creato la collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» che vanta i seguenti titoli: Memorie del Vaso blu (2016), Amazzonomachia, Centauri (2017), Sette sapienti, Zefiro e Clorie Satiro Ebbro (2018). Con il volume Tazza Farnese ha inoltre inaugurato la serie «Tesori Nascosti». Infine, presso la stessa casa editrice ma nella linea Tailormade, ha pubblicato Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015).
Almerinda Di Benedetto, napoletana, è professore associato presso l’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, dove insegna Storia della Arti contemporanee e Fonti e Metodi per la Storia dell’Arte. È autrice di alcune monografie (si segnala in particolare il volume Artisti della decorazione. Pittura e scultura dell’eclettismo in fin de siècle, Electa Napoli, 2006) e numerosi saggi pubblicati in importanti riviste nazionali e in lavori collettanei. Dal 2016 è consulente per il patrimonio storico artistico della Fondazione dell’Opera di San Giuseppe dei Nudi, per la quale ha curato di recente il volume Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi. La carità tra fede, arte e storia (1740-1890).
Ugo de Flaviis dopo aver conseguito la maturità classica ha intrapreso la carriera politica. Dal 2015 è Presidente della Fondazione “S. Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi” per la quale ha avviato il recupero e la valorizzazione dell’istituzione e del relativo patrimonio culturale nonché storico-artistico. Dal 2019 è referente per la Regione Campania della Fondazione Luigi Einaudi.